venerdì 11 settembre 2020

Marco Ludovico Verdeca 2019

 



Dalle Gravine pugliesi, 1204 flaconi, fecce fini incluse, solo acciaio.

Già ammiccante dall’etichetta.

L’offerta gustativa è inscindibile dalla olfattiva: pura e raffinata, intensa e salata.

Un’impresa trovarlo.

Per tutti coloro i quali hanno sempre preso a pallonate (e continuano) i vini pugliesi.

 

venerdì 4 settembre 2020

Baron de La Doucette "Comte Lafond" Sancerre Blanc 2018




Evito il vitigno – Sauvignon - da suolo italico, viceversa, talvolta, apprezzo quello dei cugini.

Ultima annata del “Barone”, due anni solo acciaio, asciugante al naso e al palato.

Affilato su tocchi floreali, lime e scie minerali.

Raffinata persistenza, foglia di pomodoro, pierre à fusil e sapidità vibrante.

Crostacei e coté sinistro della Loira.


venerdì 3 luglio 2020

Henri Bourgeois Sancerre Blanc Grande Réserve 2014



Come quei Sauvignon nostrani, organoletticamente ricchi, generosi, dalla carica aromatica persuasiva e con una lettura del terroir, nelle migliori delle ipotesi spuria e enfatizzata, quando non gonfiata?
No, affatto. Quelli dimenticali.

Da marne argillo-calcaree, sorsi dal corredo aromatico affilato e mai esplosivo, tuttavia di eleganza indiscussa.
All’olfatto pietre e agrumi.

Bocca che riproduce, con efficace coerenza, l'architettura olfattiva, arricchendosi di una precisa nota di frutta esotica, mentre cresce l’incedere della spinta minerale, davvero di appuntita persistenza.

Beva sconfinata, penetrante ed irresistibile.

sabato 8 febbraio 2020

Vincent Girardin Bourgogne Cuvée Saint Vincent 2015




Vivido, suadente, ammiccante, ricco di sfumature, preciso.
Soprattutto, non sepolto dentro un sarcofago di legno, come succede a molti, troppi Chardonnay, non solo italici – lo scrivo con dispiacere - che si atteggiano a borgognoni.


venerdì 10 gennaio 2020

Domaine de la Pinte Arbois Chardonnay 2011




Col binomio Francia-Chardonnay, fatalmente, pensi & vedi Borgogna.
No, stavolta, niente di ciò, anche se siamo vicini, molto vicini… allo Jura.
Qui, girando per cantine, non è difficile imbattersi in aziende di elevata qualità.
 
Questo domaine è uno dei fiori all’occhiello dell’areale jurassico.
L’azienda, biologica dal 1999 e biodinamica dal 2009, coltiva, su suoli argillo-calcarei e marne blu, circa 34 ettari, di cui 6 a Chardonnay, distribuiti tra Arbois e Pupillin.
Nel caso specifico, è vin ouillé, (vinificazione a botte colma) ossia, in estrema sintesi, non è stile ossidativo (sous voile o vin de voile). 
 
Eleganza, a braccetto con freschezza, subito.
Floreale, con tanta frutta – pesca e mela, pera e susina - compresa una forte presenza agrumata, ben legata a crema pasticcera, spunti di mandorla, anice e un’impronta minerale chiara, salda e avvolgente.
Palato fortemente allineato con le valenze olfattive. Eleganza di freschezze fruttate e agrumate, mineralità in levare e bevibilità fuori misura. Ammirevole per persistenza e profondità, mi lascia una bocca sapida e leggermente acidula.

venerdì 13 dicembre 2019

Rinaldi Giuseppe Barbera d'Alba 2016




Freschissima e vinosissima, come nello stile maison.
Umori di sottobosco, sottilmente speziata, violetta e viola passita, acidità pulsante.
Gran progressione al palato.
Bilanciata, lunga, gustosa…già finita.





venerdì 29 novembre 2019

Le Potazzine Brunello di Montalcino 2008




La 2008 in Toscana e, in particolare a Montalcino, non è stata la vendemmia del secolo, ancorchè i soliti noti espertoni distribuirono stelle a pioggia - chi 4 e chi addirittura 5 stelle - nella valutazione del millesimo.
Per il mio storico di bevute circa i Brunello 2008, ritengo si tratti più di un’annata da bere e gustare subito, piuttosto che da conservare lustri o decadi in cantina.
Questo il mio pensiero in via generale.
Poi ci sono le eccezioni, quelle che vengono definite “da manico” - l’abilità e la capacità del produttore nel saper interpretare al meglio le annate complicate - e questa della famiglia Gorelli vi rientra a pienissimo titolo.

Naso di gran freschezza, di classica eleganza toscana: spezie, china e rosa, poi ciliegia matura e tanto tabacco.

Palato speculare e scattante, alcuna spigolosità, zero esibizioni muscolari: solo classe. Tannino finissimo e grande dimostrazione di equilibrio in tutte le sue parti.
Finale lunghissimo: ginepro e cioccolato, goudron e aliti balsamici.

La solita, cristallina precisione dei Gorelli.